La volontà è quella caratteristica che possediamo che ci permette di essere promotore attivi della nostra vita.

Basta un’esperienza, almeno una esperienza e ricordare questa capacità. Solitamanete l’avvertiamo delle situazioni di vita che ci cambiano e ci portano a contatto con la scoperta della volontà (prima fase: “la volontà esiste”). Accade che a causa di situazioni fisiche o emotive in cui sentiamo intorno a noi una barriera, ci si scrolla dal senso di arrendevolezza, spesso si produce come una deliberazione di una voce interiore. Quindi agiamo per mezzo e con volontà (seconda fase: “io ho una volontà”) e questo ci permette di sentirci appieno un essere dotato di potere di scelta.  Questa abilità, che sentiamo più forte nei momenti di fervore, può affievolirsi per le vicende che quotidianamente viviamo, per questo è necessario difenderla, proteggendola manteniamo intatta la nostra possibilità di scegliere e di fare scelte libere. La volontà, infatti, ha una funzione direttiva e regolatrice delle attività e delle energie, senza reprimerne nessuna. Cattivo nemico che ostacola i nostri progetti è la convinzione accomodante che le cose accadono per fato, condizionamento che ci offre un’ottima scusante di vivere negli impulsi, quasi mai portatori di benessere duraturo. La nostra parte istintiva è importante nel momento in cui si pone in dialogo con il nostro progetto. Allenare la volontà permette di rendere efficace gli sforzi che compiamo verso un’obiettivo. Il direttore d’orchestra che ci permette di attivarla e di dirigerla, è il nostro io (terza fase: “io sono volontà”), o meglio la coscienza dell’io, la parte più intima di noi stessi, spesso denigrato e confuso con la parte unicamente egoica egoistica. La coscienza dell’io ha due caratteristiche una introspettiva “Percepisco di essere e di volere”(cit. Assagioli), l’altra dinamica “Poiché sono, posso volere” (cit. Assagioli).