ALBERO DELLA VITA

Tradizione celtica

L’albero della vita veniva chiamato dagli antichi Celti crann bethadh e credevano che avesse poteri speciali.

Per onorare l’albero della vita, i Celti lasciavano un solo albero in mezzo ai campi. Sotto i suoi rami veniva nominato il loro capo e si tenevano le riunioni.
Siccome l’albero procurava cibo, medicine e un rifugio per persone e animali, i celti credevano che l’albero stesso avesse il potere di prendersi cura di tutti gli esseri viventi.

Tagliare l’albero era un grande crimine, quindi un popolo poteva sopraffare il nemico abbattendo il loro crann bethadh.

L’albero della vita può essere interpretato in diversi modi:
– Rappresenta il bilanciamento e l’armonia in natura;
– Significava saggezza, forza e lunga vita;
– Rinascita, così come gli alberi lasciano le foglie in autunno, gelano in inverno per poi rinascere in primavera;
– L’albero della vita unisce il “sopra” e il “sotto”. Le sue radici raggiungono le profondità della terra, mentre i suoi rami crescono verso il cielo. Il tronco dell’albero connette i due mondi sul piano terrestre.

Il nodo dell’albero della vita

I nodi celtici sono conosciuti per essere nodi infiniti, senza inizio e senza fine. Rappresentano come la natura sia eterna. Il nodo dell’albero della vita rappresenta rami e radici che si intrecciano senza fine, mostrando il circolo infinito della vita sulla terra.

Tradizione nordica

La mitologia nordica fa suo il concetto di Albero Cosmico riconducendolo alla figura di Yggdrasil, il gigantesco albero che si staglia al Centro dell’Universo; le sue 3 immense radici hanno origine dalle tre realtà dell’esistenza, ovvero la dimora degli Dei inferiori, quella dei Giganti del Ghiaccio padroni della Terra prima dell’avvento dell’uomo e quella del Nifhleim, il Regno dei morti.

Il colossale tronco di Yggdrasil funge da collegamento tra il piano terreno e quello celeste e si collega idealmente alla terra degli Uomini tramite l’arcobaleno chiamato Bifrost.

La sua chioma era protesa verso Asgard, la Casa degli Dei, mentre tra le sue radici si annidava il perfido Nidhogg, il Serpente in lotta con l’Aquila che aveva il suo nido sulle fronde più alte, a simboleggiare il perenne conflitto tra Bene e Male, tra forza creatrice e forza distruttrice.

In questo dualismo, molti hanno voluto vedere anche la dicotomia tra maschile e femminile, rappresentati rispettivamente dall’Aquila e dal Serpente; questa teoria è riscontrabile anche nelle antiche credenze sumere, dove ritroviamo una stretta correlazione tra il mondo del femminino e quello della natura attraverso il mito di Inanna, la Regina del Cielo e della Terra, colei che ha piantato nel Giardino sacro l’albero di Huluppu, metafora dell’unione tra il Signore delle acque e la Regina dell’aldilà.

Tradizione nativo-americana

Gli indiani d’America, legano il significato dell’ Albero della vita ad una leggenda molto antica che risale alle origini del popolo Cherokee:
“Questa antica tribù, spaventata dalla discesa delle tenebre sulla Terra, pregò Ouga, il Creatore di tutte le cose, al fine di avere luce eterna.
Ouga ascoltò la preghiera del suo popolo e cancellò la notte; ben presto, la foresta si riempì di alberi così fitti che nessun uomo osava più attraversarla, anche per via del caldo crescente originato dalla perenne presenza del sole. I Cherokee, allora, implorarono nuovamente Ouga affinché facesse scendere sulla terra una notte perenne.

Il Creatore decise di accontentare ancora una volta le preghiere degli uomini e accondiscese al loro desiderio. Ma le giornate divennero fredde e il gelo ricoprì tutto, causando morti e miseria.

I sopravvissuti alla carestia, alzarono per l’ennesima volta il loro grido al Cielo e supplicarono il Creatore di riportare tutto come Lui l’aveva creato, perché non può esserci equilibrio senza due parti opposte e non può esserci Luce laddove non esiste Ombra.
Ouga ristabilì l’ordine e la pace tornò ad abitare tra i cuori degli uomini; per commemorare coloro che erano morti alla ricerca della perfezione, il Creatore trasferì i loro spiriti all’interno di un albero appena creato, un cedro chiamato a-tsi-na tlu-gv.”

Tradizione cristiana

L’albero è un simbolo presente anche nella tradizione cristiana, dove lo ritroviamo come simbolo della Conoscenza nel Giardino dell’Eden; l’uomo e la donna creati da Dio, Adamo ed Eva, ne colgono il frutto, aspirando alla sapienza divina e conoscendo, di contro, le pene terrene.

Interessante notare come anche nella simbologia cristiana legato all’ Albero della Vita, sia presente la figura del Serpente come energia maligna, proprio come abbiamo già riscontrato nella mitologia nordica dell’Albero di Yggdrasil.

SIMBOLO BUDDHISTA, CELTICO, CRISTIANO