ILARIA CAPUA

Ha ricoperto l’incarico di direttrice del Dipartimento di Scienze Biomediche Comparate dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie di Legnaro (Pd). Il Dipartimento ospita il Centro di Referenza Nazionale, Fao (Food and Agriculture Organization) e Oie (International Office of Epizootics) per l’Influenza Aviaria e per la malattia di Newcastle ed il Centro di Collaborazione per le malattie infettive nell’interfaccia uomo-animale. Inoltre è stato recentemente nominato Centro di Referenza Fao per la Rabbia. Nel 2000 ha sviluppato la strategia “Diva” (Differentiating Vaccinated from Infected Animals), la prima strategia di vaccinazione contro l’influenza aviaria con un test che è in grado di svelare se gli anticorpi presenti in un soggetto sono stati indotti dal vaccino o da infezione. Diva è adesso tra le strategie raccomandate da organizzazioni internazionali come la Fao e dall’Unione Europea per combattere l’Influenza Aviaria su scala globale.
Nel 2006, con la sua decisione di sfidare il sistema depositando la sequenza genetica del primo ceppo africano di influenza H5N1 in GenBank (un database “open access”) e non in un database ad accesso limitato, Ilaria Capua diede inizio a un dibattito internazionale sulla trasparenza dei dati che ha cambiato i meccanismi internazionali alla base dei piani prepandemici. La sua iniziativa è stata ripresa da vari organi della stampa internazionale, tra cui il Wall Street Journal, il New York Times, il Washington Post, oltre che da riviste della stampa scientifica, tra cui Science e Nature. Grazie anche al gesto di Ilaria Capua, l’Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità), la Fao e l’Oie promuovono e sostengono meccanismi di condivisione più efficienti, la trasparenza dei dati e un approccio interdisciplinare per migliorare la preparazione ad eventi pandemici.
L’inclinazione di Ilaria Capua a sfidare atteggiamenti consolidati si era già rivelata, in tempi non sospetti, quando presentò dati scientifici in cui sosteneva che la futura pandemia influenzale umana sarebbe stata causata da un virus animale di sottotipo H1 e non da un H5, una previsione che si rivelò esatta, nonostante lo scetticismo e l’incredulità di molti suoi colleghi. Lo studio è stato pubblicato su “PLoS Pathogens” nel 2009.
Negli anni, si è impegnata per superare le barriere tra medicina umana e veterinaria, secondo una concezione in cui non può esistere una salute umana distinta da una salute animale e da quella dell’ambiente, portando avanti la visione “One Health”. Ad oggi il suo gruppo si occupa principalmente delle malattie virali trasmissibili dagli animali all’uomo e di sviluppare adeguate strategie di controllo per la tutela della salute pubblica e della sanità animale.
Ha pubblicato oltre 200 lavori su riviste internazionali indicizzate, capitoli di libri scientifici e due libri di testo sull’influenza aviaria e sulla malattia di Newcastle.
Ha diretto un gruppo di lavoro costituito da oltre 70 persone, tra cui anche alcuni ricercatori stranieri, presso l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (uno dei 10 Istituti Zooprofilattici italiani), dipendente dal Ministero della Salute e dalle Regioni Veneto, Friuli Venezia Giulia e dalla Provincie Autonome di Trento e Bolzano.
Il 4 aprile 2014, secondo quanto scritto dal settimanale L’Espresso, fu iscritta nel registro degli indagati per associazione a delinquere finalizzata alla commissione dei reati di corruzione, abuso d’ufficio e traffico illecito di virus. Oltre a rigettare pubblicamente tutte le accuse, la stessa Capua querelava per diffamazione a mezzo stampa il settimanale L’Espresso, e in una lettera del 6 aprile 2014 al Corriere del Veneto dichiarava: “Le accuse false e sorprendenti che mi sono state mosse dal settimanale L’Espresso danneggiano la mia immagine e reputazione. Sono certa che sarò scagionata”.
Dopo il trasferimento dell’inchiesta partita da Roma a tre procure del Veneto, nel luglio del 2016 fu prosciolta dall’accusa di “traffico illecito di virus”, nell’inchiesta della procura di Verona, perché “il fatto non sussiste”.
In seguito a questa vicenda, Ilaria Capua ha lasciato la Camera dei Deputati il 28 settembre 2016 e ha deciso di trasferirsi negli Stati Uniti, dove ha accettato il ruolo di direttore di un centro di eccellenza all’Università della Florida.
Dal giugno del 2016 dirige un dipartimento dell’Emerging Pathogens Institute dell’Università della Florida.
“La diversità nella ricerca è come l’acqua della pasta, è il liquido attraverso il quale le idee si trasformano e assumono una dimensione innovativa. Diversità di genere, intanto, e poi di cultura, di etnia e di origine. Quindi i team di ricerca dovrebbero essere costituiti 50/50 da maschi e femmine, egualmente distribuiti nei ruoli e nelle responsabilità. Non è accettabile che i ruoli apicali siano per la stragrande maggioranza rivestiti dai maschi, e le femmine si accontentino sempre di fare il tecnico laureato.”
(fonte Wikipedia)

 

[scritto da: Patrizia Kopsch]
2022-12-20T18:28:51+00:0019.12.2022|Biografie|

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