La malattia e la sofferenza sono una costante nella vita di Frida Kahlo, che nasce il 6 luglio 1907 a Coyoacán (Messico). È figlia di Wilhelm Kahlo, pittore emigrato in Messico dall’Ungheria, e Calderon y Gonzales, figlia di una messicana e di un indios, nata a Oaxaca, antichissima città azteca. Dal matrimonio nascono quattro figli e Frida è la più vivace e ribelle dei quattro.
Alla nascita Frida è affetta da spina bifida, o almeno così riportano alcuni cronisti, malattia che i genitori e le persone intorno a lei scambiano per poliomielite, ma sarà l’incidente di cui rimane vittima nel 1925, a bordo dell’autobus che la riporta a casa, a segnare profondamente la sua vita. Ne ha conseguenze gravissime: la colonna vertebrale si spezza in tre punti nella regione lombare, si frantuma il collo del femore, le costole, la gamba sinistra ha 11 fratture, il piede destro slogato e schiacciato, lussazione alla spalla sinistra e l’osso pelvico spezzato in tre: “Il tram schiacciò l’autobus contro l’angolo della via. Fu un urto strano: non fu violento, ma sordo, e tutti ne uscirono malconci. Io più degli altri”.
Un corrimano dell’autobus le entra nel fianco e le esce nella zona pelvica. Tutto questo le impedirà di poter diventare madre, un rimpianto che si porterà dentro per tutta la vita. A causa dell’incidente sarà costretta a sottoporsi a parecchie operazioni e resta immobilizzata a letto per oltre un anno.
É proprio in quel periodo che, per ingannare il tempo e distogliere la mente dall’immobilità cui è costretta, la madre le regala uno specchio e un cavalletto progettato per consentirle di dipingere pur restando a letto.
Così, dopo il primo dipinto, il cui soggetto era il suo amato, inizia a produrre una serie di autoritratti: “Dipingo me stessa perché passo molto tempo da sola e sono il soggetto che conosco meglio”.
In questi anni di solitudine profonda, Frida farà dell’arte la sua unica finestra nel mondo.
Per l’intera vita porterà con sé un dolore continuo e lacerante ma, nonostante trentadue operazioni, Frida Kahlo inneggerà alla vita con quell’allegria che ha sempre ostentato in pubblico per nascondere invece la tristezza, il dolore, l’angoscia e la sofferenza che manifesterà sempre e comunque nei suoi quadri: un misto di dolore ma anche di forza, quella sola forza capace di reagire anche a situazioni che non hanno rimedio.
Nel 1953 le viene amputata la gamba destra. L’anno seguente, ormai stremata, si ammala di polmonite. Conscia della sua imminente morte, le ultime parole che scrive sono “Spero che l’uscita sia gioiosa, e spero di non tonare mai più”.
Frida Kahlo muore per embolia polmonare la notte del 13 luglio 1954, nella sua Casa Azul, sette giorni dopo il suo quarantasettesimo compleanno.
Le sue ceneri sono tutt’ora presenti nella Casa Azul, dove visse insieme al suo amato marito, Diego Rivera, e che oggi è diventata un museo, meta di pellegrinaggi di migliaia di turisti che ogni anno si recano li per celebrare colei che probabilmente è stata l’artista femminile più importante e originale del secolo scorso.
[scritto da: Patrizia Kopsch]